Doppietta Giro-Tour? Secondo Miguel Indurain “è sempre stata difficile”

Nelle estati del 1992 e del 1993 Miguel Indurain è stato il protagonista numero 1 nei Grandi Giri. Per due stagioni consecutive, infatti, l’iberico riuscì a conquistare sia il Giro d’Italia che il Tour de France: in quegli anni queste corse avevano al loro interno lunghe cronometro che permettevano al navarrino di guadagnare minuti importanti sugli scalatori e poi di difendersi in montagne. A 30 anni da quelle imprese, il classe 1964 riconosce quanto compierle sia stato estremamente complicato (dopo di lui solo Marco Pantani nel 1998 è riuscito a fare la doppietta) e come anche per i campione di oggi la situazione non sia cambiata.

Intervistato da Es Ciclismo, lo spagnolo ha ricordato soprattutto l’estate del 1993, quando alla Grande Boucle visse momenti complicati: “Pagai gli sforzi di tutto l’anno, dopo essermi ammalato per una disattenzione. Gli ultimi giorni per me furono molto complicati, con il Tourmalet come giudice di gara, per cui ho dovuto rischiare in discesa, ma alla fine sono riuscito a salvare il Tour […] Meno male era il penultimo giorno e quello successivo era pianeggiante, quindi non ho avuto molti attacchi”.

Sulla doppietta Giro-Tour ha poi aggiunto: “È sempre stata difficile […] Ti devi concentrare molto, sacrificare buona parte della stagione, e organizzare bene gli sforzi: è complicato”. E sulla Grande Boucle di quest’anno: “Jonas Vingegaard è molto forte. È il campione in carica ed è il favorito, però la verità è che ci sono tutti, alcuni con qualche problema come Tadej Pogacar, ma ci sono sempre numerosi candidati alla vittoria”.

“Il ciclismo, come tutto lo sport in generale, è cambiato ed è molto più aperto – ha concluso – Ci sono tappe più corte ed esplosive e meno cronometro. Inoltre adesso le squadre sono più internazionali. Prima stavi molto di più nelle squadre locali, per la vicinanza e per la maggior capacità di comunicare”

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